Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

sabato 27 febbraio 2016

“Saluti e Baci”

Non ho mai osato scrivere un post sulla lingua tedesca, ma poiché,dopo due anni di corsi e ricorsi, traduzioni e call-center, televisione, radio e amici tedeschi dall'invidiabile pazienza, c'è una parte di questa lingua che ancora mi sfugge, voglio sottoporvi il mio problema.
Devo premettere che io adoro il tedesco, mi piace la costruzione complicata della frase, i verbi dal posto anarchico (ma con regola), persino le duecento preposizioni che i vengono infilate ovunque e la pronuncia di alcune parole e frasi degne di entrare in una competizione olimpica.
Il mio amore non è sempre ricambiato e come in tutte le relazioni anche io e la lingua tedesca abbiamo i nostri alti e bassi (bassi soprattutto).
Resta però in me, inguaribile sognatrice, la ferma convinzione che prima o poi riuscirò a conquistare completamente l'oggetto del mio desiderio. Naturalmente lenti miglioramenti ci sono, ma ancora non riesco a fare una cosa che tutti gli altri trovano semplicissima:

Salutare.
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Dopo due anni non so ancora come si saluta o, meglio, lo so in teoria, ma in pratica non azzecco mai un saluto.
Penserete che ho qualche tara mentale e probabilmente avete anche ragione, ma i tedeschi hanno moltissime forme di saluto, una per ogni occasione e tutte rigidamente regolamentate. Qui mi limito ad alcuni esempi della nostra zona, perchè anche in questo caso, ogni zona ha le sue regole, tanto per darvi un'idea.

Guten Morgen” (Buon Mattino). Viene usato da tutti i tedeschi quando incontrano qualcuno con cui non hanno confidenza (ma anche sì) o quando entrano in un negozio o in un ufficio pubblico. Questo saluto è valido però solo fino alle 11 del mattino, tanto che molti tedeschi, quando li salutate così guardano l'orologio per controllare che ora è (giuro). Assolutamente vietato usarlo quando vi allontanate.

Guten Tag” (Buongiorno)/”Schönen Tag” (bella giornata). Valido in linea di principio per tutta la giornata non è gradito al mattino, si usa solo dopo le 11 del mattino e fino alle 4 del pomeriggio al posto di “Guten Morgen”, quindi mai quando vi allontanate.

Guten Abend” (Buonasera). Si usa dopo le 4 p.m e fino alle 10-11 di sera, ma sempre e solo quando ci si incontra.

Anche tra amici bisogna fare attenzione: “Hallo” quando ci si incontra e “Tschüss” o l'italianissimo “Ciao” quando ci si allontana (ma senza cenno con la mano, perchè il tedesco non gesticola). 
I tedeschi, poi, se sanno che vi incontreranno di nuovo hanno tutta una serie di saluti a seconda di quando accadrà :da “Bis Morgen” (a domani) a “Bis Dahin” (a dopo) a “Bis Bald” (a presto) e guai a usare “a dopo” al posto di “a presto”, pena la comprensione. Se l'appuntamento è già stato deciso nei particolari il “Bis” precederà giorno e ora.

Risultati immagini per guten tag o guten morgen
qui alcuni tipi di saluti, 

Se non siete ancora convinti e non vi è ancora venuto il mal di testa siete pronti per come ci si saluta quando ci si allontana:

Molto usati i formalissimi “Aufwiedersehen” (arrivederci) e “Aufwiederhören” (a risentirci). Quest'ultimo si dovrebbe usare (e i tedeschi lo usano sempre) quando si telefona, ma ci fosse mai una volta che io me lo ricordo. Per fortuna al termine di una telefonata cordiale, anche ai Call-center si può salutare con il Tschüss.
Dovete sapere che telefonare ai Call-center e agli uffici è il mio addestramento personale preferito e il modo migliore per testare i miei progressi linguistici.
Lo so, la normalità è un'altra cosa, ma vi assicuro che questo metodo ha indubbi vantaggi (che magari vi illustrerò in un altro post).

Se sono le 3 del pomeriggio e state salutando il vostro collega che ha finito di lavorare bisognerebbe usare “Schönen freien Abend” (bella serata libera), mentre il venerdì e il sabato tutti vi augureranno uno “Schönes Wochenende” (un bel fine settimana). Graditissimo dalle commesse dei negozi e dei supermercati “Schöne Arbeit” (buon lavoro).

Infine, dopo una serata con gli amici, al momento dei saluti si può augurare “Gute Nacht” (buona notte). Se avete figli e dunque una vita sociale ormai ridotta al lumicino, per esercitarvi potete usarlo con i vostri pargoli quando riuscite a infilarli nel loro lettino.


Vi risparmio i saluti dialettali della zona, gli auguri per le feste e i saluti nelle lettere per non abusare della vostra pazienza, ma se avete letto questo post fino alla fine e non vi è venuto il mal di testa, forse siete portati per il tedesco.

Se ho dimenticato qualcosa, o, se nella vostra zona avete altri saluti, scrivetemelo.

Intanto, permettetemi di salutarvi con un piemontesissimo “Ciarèa”

mercoledì 17 febbraio 2016

Consolat-evi


Consolato Generale d'Italia a Colonia
Dovete sapere che io ho moltissima ammirazione per il lavoro che svolge il Consolato Generale d'Italia di Colonia.
Le persone che ci lavorano sono serie, coscienziose e ci hanno davvero aiutato in più di un'occasione.
Grazie al segretario dell'AIRE abbiamo potuto superare il “vuoto amministrativo” che separava Mattea dalla sua tessera sanitaria e grazie alla solerte impiegata dell'ufficio scolastico abbiamo potuto ottenere le giuste informazioni che ci hanno permesso di affiancare a Tommaso un'insegnante di tedesco in parte pagata dallo stesso consolato.

Siamo “clienti” affezionati del nostro consolato.

Questa volta siamo tornati in “ territorio italiano”
per il rinnovo della carta d'indentità, mia, del Peppe e della nonna.

Per rinnovare la carta d'identità potete rivolgervi al vostro consolato di zona, o andare nel comune della vostra ultima residenza, che deve, in qualunque caso, dare il nullaosta.

Il Consolato di Colonia, nel tentativo di snellire i tempi d'attesa ha fornito una possibilità in più ai cittadini italiani: non è necessario portare di persona la domanda per il rinnovo dei documenti d'identità, basta scaricarla dal sito, compilarla, allegare 4 foto biometriche (quelle delle macchinette), fotocopia della CI (ora lo sappiamo) e spedire il tutto con posta ordinaria.
Quando i documenti sono pronti, vi contattano per andare a ritirarli.

Facile no?

Sembrerebbe. Le cose si complicano un po' quando volete essere certi che la vostra domanda sia arrivata (ricordate che non si può spedire con raccomandata).

In Germania, ti mandano una lettera in cui ti comunicano che la tua richiesta è arrivata e che ti invieranno un'altra lettera quando la tua pratica verrà lavorata.
Spesso le due lettere arrivano nello stesso giorno, ma questo è l'eccesso di zelo tedesco.

Trascorse due settimane senza alcuna notizia, la nostra fiducia nelle poste krukke e nelle italiche istituzioni ha cominciato a vacillare e ho deciso di telefonare.
Naturalmente ci ho messo tre giorni a contattare l'ufficio anagrafe, ma visto che contattavo un'istituzione italiana, mi sono sentita pure fortunata.
Alla fine un'impiegata, scocciatissima all'idea di dover controllare tre pratiche, mi comunica che, non solo le richieste sono arrivate, ma che i nostri documenti sono pronti.
Pronti...più o meno pronti, perchè le carte di identità possono essere materialmente stampate solo quando vengono ritirate.

Perchè non ci hanno avvisato, come scritto sul sito??

Signora,noi mica possiamo avvisare tutti!! (e allora perchè lo scrivete?).

L'impiegata cambia discorso e mi rimprovera perchè non abbiamo allegato le carte di identità in scadenza.
Non era scritto da nessunissima parte, ma non glielo dico, non voglio mettere alla prova il suo sistema nervoso, mi scuso e le chiedo se vuole che gliele mandi via mail.

Per carità divina, signora, la prego non mi faccia aprire altri file”.
La domanda sorge spontanea, come li devono aprire i file al consolato, con il piede di porco??.
Va beh le faccio delle fotocopie e gliele porto quando veniamo a ritirare i nuovi documenti”.

I documenti non possono essere ritirati per delega e non si prendono appuntamenti, quindi a seconda della coda, ci potrebbe essere da aspettare "un po'".
Si sa che in Italia “un po'” può andare dai 20 minuti alle 8 ore, quindi ci siamo un tantino allarmati.
Per darvene un'idea, sappiate solo che in vista di questa “gita”, abbiamo allertato l'asilo e chiesto se potevano tenere Giacomo un po' di più e la maestra di Giacomo di origine italiana, quando ha saputo il motivo del nostro possibile ritardo, ci ha guardato sconsolata e ci ha augurato buona fortuna.
Per l'occasione abbiamo dato persino le chiavi di casa a Tommaso, evento storico e non privo di sacro terrore, dal momento che lui sarebbe capace di perdersi anche la testa se non l'avesse attaccata al collo, ma non potevamo rischiare di farlo restare fuori di casa al freddo per un tempo indeterminato.

Con questo spirito ieri mattina presto siamo partiti alla volta del Consolato Generale d'Italia a Colonia.
Arrivati, sulla porta c'era scritto “Chiuso /Geschlossen”.

ci vuole uno sforzo di fantasia,  ma dovrebbe leggersi "chiuso, geschlossen"
Avevamo controllato gli orari degli uffici, avrebbe dovuto essere aperto (ormai erano le 9,00), proviamo a spingere la porta.....ed infatti era aperto....Si sono solo dimenticati di togliere il cartello, naturale.

Alle nove, siccome eravamo in Italia, la sala d'aspetto era praticamente vuota.

Ci rivolgiamo all'ufficio informazioni, dove un'impiegata scrive su un foglietto, nome, cognome e data di nascita di ognuno di noi e ci fa accomodare in sala d'aspetto.
Dopo 10 minuti un'altra impiegata (che ho scoperto essere la simpaticona con cui avevo parlato al telefono) esce, ci chiede i documenti, di cui voleva fare le fotocopie (ma noi, ormai tedeschizzati le avevamo già fatte), ritira le fotocopie, ci fa firmare un paio di pratiche sul tavolino delle riviste e ci avvisa che avremmo dovuto aspettare un po' perchè “le carte di identità da stampare sono ben tre”.

Aspettiamo.

Nel frattempo, la sala d'aspetto si riempie, si forma una bella coda all'italiana e cominciamo a sentire le ben note lamentele.....”Ecco, ora siamo a casa...”
sullo sfondo, coda all'italiana

Dopo circa 40 min. La nostra “infaticabile impiegata” ci conduce alla “Cassa”, consegna al cassiere i nostri incartamenti e ci saluta. Davanti al cassiere, paghiamo (5,16 a carta), firmiamo e ritiriamo i documenti nuovi.

Dei vecchi documenti che cosa ne facciamo?”.

Scuotendo la testa il cassiere ci dice che avrebbe dovuto ritirarli l'impiegata, ma quelli scaduti possiamo anche tenerceli, mentre quello ancora valido del Peppe deve essere restituito.

Missione compiuta.

Mentre usciamo, pensiamo tutti che non è stato male tornare in Italia per un po', ma che ora per 10 anni possiamo farne a meno.



Fuori dalla porta, appeso alla quale imperversa ancora il cartello “Chiuso/ Geschlossen”, ci sono ora un ape attrezzata per la vendita di “espresso, bibite, cornetti, arancini, panini” e, di fianco, un Ducato stipato di cassette di frutta, pronte per la vendita.
Manca solo il parcheggiatore abusivo.


m

Viva l'Italia.


mercoledì 10 febbraio 2016

Variabili

Cari amici, so di avervi promesso un bel post rilassante sul Carnevale a Bonn, ma oggi sono davvero fuori di me, quindi uso il blog come terapia contro la rabbia.
Del carnevale scriverò poi, del resto già l'anno scorso abbiamo scritto ampiamente sull'argomento (se siete curiosi " kamelle kamelle " ).

Ciò che vi voglio raccontare è la visita/esame che oggi Giacomo ha dovuto subire da un team pediatrico del Gesundheitamt ( “ufficio della salute”).


Premetto che questo “esame” è obbligatorio per tutti i bambini in procinto di frequentare la prima elementare e che mira a diagnosi precoci di eventuali disturbi sia dello sviluppo che dell'apprendimento.
Questa visita viene ad aggiungersi a quella già svolta dal pediatra di famiglia, ai test fatti dalle maestre dell'asilo e a quelli fatti nella scuola elementare al momento dell'iscrizione.
La nostra italianità si ribellava già a questa eccessiva puntigliosità, tuttavia, vista la carenza di servizi del nostro paese, abbiamo cercato di apprezzare l'attenzione teutonica verso i piccoli futuri studenti.

Risultati immagini per grundschule
Ci siamo, quindi, presentati puntuali all'appuntamento e subito hanno fatto entrare Giacomo (da solo) in una stanza, mentre noi riempivamo un modulo standard (malattie, operazioni, vaccini ecc).
A quanto pare lo hanno misurato, pesato ed è cominciata la prima tranche di esami: riconoscere le faccine tristi in mezzo a tutte le altre, copiare e riconoscere figure geometriche. Noi, intanto, raccontavamo ad una gentile impiegata tutta la nostra vita, malattie famigliari, peso di Giacomo alla nascita, quando ha cominciato a parlare, quando ha cominciato a camminare, quando ha cominciato a usare il vasino e via dicendo.
Poi tutti e tre siamo entrati nella stanza del medico dove il piccolo Giacomo ha dovuto: fare una serie di esercizi di logica (trova la figura che non c'entra, trova la figura uguale, ordina le quantità in ordine crescente ecc), copiare figure geometriche, contare, raccontare la sua giornata all'asilo, scrivere il suo nome, dire i nomi di diversi oggetti e animali, fare frasi con le preposizioni (sopra, sotto, di fianco ecc), ripetere filastrocche, saltare su una gamba, stare in equilibrio su una gamba, fare saltelli laterali, camminare su una linea retta.
Tutto ciò è durato circa un'ora e mezza sotto la supervisione attenta (per nulla ansiogena) della dottoressa che ha pure avuto il coraggio di sbuffare quando Giacomo ha detto che gli scappava la pipì.

Alla fine ha decretato che il piccolo potrà frequentare la scuola e che non ha bisogno di nessun presidio o aiuto medico speciale.
Il suo tedesco non è esattamente come quello dei bambini tedeschi,(vorrei vedere visto che parliamo italiano in casa e frequenta l'asilo da un anno e mezzo) ma non è grave.

Deve, però, alzare il suo livello di attenzione perchè la sua concentrazione è “auf die Grenze” (“sulla frontiera”, al limite).
Questo perchè sa contare fino a 14 invece che fino a 16 ( e poco importa che lo sappia fare in due lingue) e ha riconosciuto 11 faccine tristi, invece di 13.
Quando ci ha detto così, dopo essermi accertata che non ci fosse nessun problema e che il mio bambino fosse sano (perchè ai professionisti io do sempre il beneficio del dubbio), mi sono davvero infuriata, non per quello che ha detto e che, in parte, mi trova anche d'accordo (eccetto per il fatto che non credo assolutamente che sia un problema), ma perchè non credo si possano sottoporre dei bimbi ad un stress così grande e giudicarli solo in base a parametri fissi che non tengono conto di nessuna variabile.
Invece di mandarla a quel paese (io che sono nordica) mi sono limitata a farle notare che:

1)Mio figlio è bilingue e che studi di neurologi di chiara fama, indicano uno sviluppo parzialmente diverso dei bambini bilingui rispetto a quelli normali, differenza che implica anche un diverso uso dell'attenzione. Inoltre, mantenere la concentrazione in una lingua che non è la tua lingua madre implica uno stress maggiore e dunque una minor resistenza, soprattutto in bambini piccoli. E veniamo al secondo punto.

2)Giacomo è nato a settembre.
Dovete sapere che in Germania possono frequentare l'anno in corso i bambini nati fino ad un mese dopo l'inizio della scuola; la scuola inizia a metà agosto, dunque Giacomo sarà uno degli scolari più piccoli ed è ad oggi uno degli “esaminandi” più giovani.
Non bisogna avere una Laurea (ma un cervello funzionante sì) per capire che 6-8 mesi di differenza a quest'età sono molti e che non si possono pretendere le stesse competenze da un bambino di 5 anni e mezzo (oggi) e da uno di sei anni già compiuti.
Naturalmente, la dottoressa ha annuito, mi ha lanciato un eloquentissimo sguardo (Ah, queste mamme chiocce italiane!!), ha aggiunto che, appunto, non riteneva ci fossero problemi rilevanti, che il bambino deve esercitare solo la sua concentrazione completando libri prescolastici (che ha già perchè gli piace “fare i compiti” come suo fratello). Mi ha messo in mano un volantino in cui c'erano gli orari di alcuni corsi prescolastici (e ti pareva che non ci fosse un corso) e ci ha, cordialmente, salutato.

Io sono uscita fumante, mentre il Peppe, che ha a che fare con tedeschi tutto il giorno, non era nemmeno stupito: “Si sa per loro il protocollo è tutto”.

Va bene il protocollo, ma la rigidità rischia di diventare incompetenza se non si valutano attentamente le variabili e non credo ci sia nulla di più variabile dei bambini...

E' Al grido di viva le variabili che oggi auguro Buona (Variabile) Vita a tutti!


lunedì 1 febbraio 2016

Italiano per piccoli Vichinghi

 
La scienza come linguaggio universale
Come promesso, in questo scritto molto atteso dalle giovani mamme che leggono il Blog, vi raccontiamo i nostri tentativi di bilinguismo con il piccolo Giacomo.
Questo post si riallaccia idealmente ad uno che scrissi a Settembre ed a cui vi rimando (“Piccoli Vichinghi crescono”).

Letto?

Allora posso subito rassicurarvi: Giacomo, dopo una visita dal pediatra, con test psico-fisico incluso, un test fatto nella scuola elementare dove lo abbiamo iscritto e un test delle maestre dell'asilo è stato dichiarato idoneo alla frequentazione della scuola elementare.
Manca ancora la visita dal pediatra del comune della città che, da quanto ci è dato di capire per il momento (molto poco) dovrebbe stabilire se Giacomo ha bisogno di un qualche tipo di sostegno, ma non impedirgli l'ingresso alle elementari.

Vi sapremo dire qualcosa di definitivo solo dopo quest'ultima fatica.

Il nostro piccolo vichingo ha fatto più test e visite di un astronauta per andare sulla luna, (ma questa è un'altra storia) e tutti concordano sul fatto che le sue conoscenze di tedesco siano equiparabili a quelle di un bambino tedesco.
Persino l'ampiezza del suo vocabolario è adeguata.

Questo dovrebbe rassicurare tutte le mamme che ora stanno leggendo: se adeguatamente esposti alla lingua del paese scelto, i bambini imparano senza grosse difficoltà.
Questa è una regola valida per tutti, va poi aggiunto che molto dipende dal carattere del bambino.
Giacomo è piuttosto socievole, ma anche molto diffidente, quindi vi aggiungo questo particolare (sempre a vostra consolazione).
Durante i primi sei mesi di asilo, Giacomo è sempre stato zitto.
Stava in un angolo e guardava.
Non era triste e non ha mai detto di non voler frequentare l'asilo, anzi gli piaceva andarci, ma non partecipava.
Noi non lo abbiamo mai forzato e neanche le maestre e i maestri dell'asilo (molto intelligentemente) lo hanno mai obbligato a socializzare.
Poi un giorno, all'improvviso, ha cominciato a parlare in tedesco e da quel momento non ha mai smesso.
Ogni bambino ha bisogno dei suoi tempi per acquisire sicurezza e non bisogna demoralizzarsi se quei tempi sono diversi da quelli che voi (o altri) avete deciso per lui.
Ad aiutare Giacomo nell'apprendimento del tedesco, molto utile è stato anche Tommaso che, da generosissimo fratello maggiore, accetta sempre di portare il suo fratellino con sé quando va a giocare con gli amici che abitano qui vicino, tanto che Giacomo è diventato la mascotte del gruppo. Come piccolo (e prepotente) del gruppo, deve spesso far valere le sue ragioni con i ragazzi più grandi e così esercita il suo tedesco.

un po' di relax
Inoltre, poiché Tommaso deve leggere ogni giorno un po' in tedesco e la sua pronuncia è buona legge ad alta voce per Giacomo (noi mamme siamo bravissime ad ottimizzare le risorse: in questo caso “2,ma anche 3, o 4 piccioni con una fava”).

Con Giacomo quindi, la difficoltà non è tanto il tedesco che pare ben avviato, quanto riuscire a fargli mantenere un buon livello di italiano.

Per ora il piccolo parla un italiano piuttosto corretto, con qualche strafalcione dovuto all'età e qualcuno alla ancora non perfetta divisione delle due lingue.

Il risultato è molto buffo con parole tedesche infilate in frasi italiane, frasi italiane dalla teutonica costruzione, ma anche l'inverso.
Incredibile, a domanda in tedesco risponde in tedesco a domanda in italiano risponde in italiano, sempre come se premessimo un tasto.

Per fare sì che italiano e tedesco siano bilanciati (e per la serie “un colpo al cerchio ed uno alla botte) ecco le nostre strategie.
Anzitutto, abbiamo vietato che Tommaso e Giacomo parlino tra loro in tedesco. Sembrerebbe scontato che debbano parlare in italiano, invece no, perchè entrambi parlano tedesco per molte ore al giorno, quindi la loro mente comincia ad essere più abituata a questa lingua, senza contare che sperano di potersi parlare senza essere capiti da noi, ma, per fortuna a qualcosa otto corsi di tedesco servono.
Poi, favole della buona notte rigorosamente in italiano, affinchè Giacomo si senta legato anche affettivamente alla nostra lingua e la identifichi con coccole e affetto.
Film e cartoni vanno bene in entrambe le lingue, a seconda delle occasioni e senza troppe riflessioni.

Infine, ultimo, ma non per ultimo, io e Giuseppe abbiamo deciso che dal prossimo anno, piccolo vichingo frequenterà un corso di italiano (anche questo messo a disposizione dal comune di Bonn e completamente gratuito), così che possa imparare a scrivere contemporaneamente sia in italiano che in tedesco.
Purtroppo il corso è di una sola ora alla settimana, ma conto di farmi spedire da qualche amica un libro di prima elementare da fare con lui, visto che questo genere di libri lo divertono molto.

Queste sono le intenzioni, la prova dei fatti arriverà il prossimo anno e con essa le inevitabili correzioni.

Vi terremo informati, ma per ora, speriamo di esservi stati utili, almeno come spunto per i vostri esperimenti di bilinguismo.

Fateci sapere la vostra,

Buona vita e Buon Carnevale a tutti.