Durante
le nostre “vacanze di autunno” (o Herbstferien, come le chiamano
qui) io e il Peppe avevamo organizzato un bel viaggio di 8 giorni in
Italia per rivedere la famiglia e gli amici, alcuni dei quali non
incontriamo da più di un anno.
Avevo
pianificato tutto nei minimi dettagli, peggio delle gite organizzate
dei vecchietti: "lunedì mattina qui, alle 14,00 incontro con tizio, alle 20,00 cena con Caio e via discorrendo.
Mancava
solo la presentazione delle batterie di pentole.
Ero
riuscita anche a contattare la vecchia scuola di Tommaso per un
incontro con i suoi vecchi compagni e mi sentivo molto orgogliosa di
me, visto che di solito sono una frana come tour operator.
Però non
avevo fatto i conti con il “Fato”...
Già due
settimane prima della nostra partenza, la situazione smog a Torino
era diventata critica, tanto che il comune aveva consigliato di non
aprire le finestre e aveva indetto il blocco del traffico. A questo,
si è aggiunta, a una settimana dalla partenza, l'emergenza incendi
intorno alla città, visto che qualche intelligentone ha pensato bene
che la cosa migliore da fare in caso di siccità prolungata sia appiccare il fuoco nei boschi.
Nonostante
l'allarme "aria irrespirabile" e, nonostante Giuseppe soffra
d'asma, decidiamo, comunque, di partire.
Questo è
quello che è successo quel famoso venerdì 27 Ottobre:
Ore 10:
controllando con il computer la strada da fare, scopriamo che il
passo del Gran San Bernardo è chiuso per lavori, quindi dovremo
passare per il Gottardo. Così il viaggio si allunga di un'ora e mezza,
ma pazienza. Dobbiamo, però, aggiornare il tom-tom, se no ci porterà
direttamente al passo chiuso. Cominciamo l'aggiornamento
Ore
12,00: mentre io sono in preda alla frenesia da impacchettamento, tra
valigie, panini per il viaggio e regalini per tutti, Tommaso giocando
con il papà gli fa cadere gli occhiali.
Dovete
sapere che gli occhiali di Giuseppe cadono una volta al giorno e non
si sono mai rotti, mai fino a questo momento: lente pesantemente
incrinata, nessun occhiale di scorta e la prospettiva di guidare di
notte.
Forse a
qualcuno sarebbe stato sufficiente per demordere, ma noi no, siamo
testardi.
Giuseppe
riesuma un vecchio paio di occhiali con la montatura rotta, si
precipita nel negozio e li implora di montare le vecchie lenti su una
nuova montatura.
E' il venerdì prima del ponte, il negozio è
pienissimo e chiuderà alle 18,00.
Nonostante
questo la commessa, mossa probabilmente a pietà, assicura a Giuseppe
che riusciranno a fare il lavoro in tempo.
Ore
13,00: il Peppe torna con le buone notizie, ma, nel frattempo il
tom-tom è andato in crash e, non solo non ci ha fatto
l'aggiornamento, ma ci ha cancellato tutte le mappe. Giuseppe, dopo
aver tirato giù tutti i santi del paradiso, tenta inutilmente di
ripristinare il tom-tom.
Ore
16,00: è ormai chiaro che non potremo affidarci al tom-tom, quindi
decidiamo di fare alla vecchia maniera: stamperemo il tragitto...
Invece no, la nostra stampante decide che il wi-fi gli è antipatico
e non ci vuole parlare.
Adesso
Giuseppe comincia con i santi tedeschi.
Ci rimane
il piano C: copio a mano tutte le svolte e le uscite e cerco di
memorizzare anche la cartina. Dai che cosa vuoi che sia?
Ore
18,30: Peppe ha saltato il riposino per litigare contro l'alleanza
tom-tom/stampante, quindi guiderà stanco, con degli occhiali con i
quali non vede benissimo per 12 ore di notte, seguendo la strada che
io gli indicherò.
Forse
finiremo in Polonia, ma non vogliamo arrenderci.
Carichiamo
i bagagli, i regali, nonna, bimbi e via, con estremo sprezzo del
pericolo e i nervi a fior di pelle, partiamo.
Ore
19,00: Siamo ancora nei pressi di Bonn, per fortuna, perchè la
macchina comincia a sobbalzare...
Spavento...
Ci
fermiamo.
Forse è
solo l'impianto a Gas.
Riproviamo...
Ancora qualche sobbalzo... Ci fermiamo di nuovo.
Quasi sicuramente è
solo l'impianto a Gas, ma dopo una giornata come questa e con queste
premesse, non vorremo dover chiamare il soccorso stradale di notte, da una sconosciuta strada svizzera (o in Polonia). Riusciamo a tornare a casa, senza
sobbalzi, ma siamo stanchi, frustrati e arrabbiati.
Dopo
qualche riflessione decidiamo, alla fine, di disdire la prenotazione. L'unica
cosa della giornata che ci è riesce subito.
Sabato
abbiamo avvisato tutti gli amici e i parenti, che hanno condiviso con
noi la nostra delusione.
Dopo aver
fatto questo, nell'ordine: il meccanico che avrebbe dovuto essere
chiuso, invece era aperto e ci ha sistemato la macchina e per la
cronaca, sì, era un problema dell'impianto a Gas, una cavolata,
riparata in cinque minuti e non ci ha fatto nemmeno pagare.
Facciamo
ancora un tentativo di partenza, ma l'appartamento non è più
disponibile, quindi ci mettiamo il cuore in pace e disfiamo i
bagagli.
Appena
sistemate le nostre cose, Giuseppe fa un ennesimo tentativo di
disinstallare e reinstallare tutto sul tom-tom.
Questa
volta funziona.
La
stampante viene resettata per la ennevolta pure lei e, anche lei,
questa volta riconosce il wi-fi.
Per gli
occhiali dovremo aspettare la fine delle vacanze, ma il resto si è
sistemato.
Mi sa
che, se non avessimo rinunciato, la Svizzera si sarebbe spostata,
solo per non farci arrivare...
Questo
viaggio, proprio non si doveva fare.
Se avete,
anche voi, storie di viaggi impossibile o opinioni sul nostro di viaggio impossibile, non siate timidi e scrivetemi, qui, o sulla pagina di fb.
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